Dopo l’anteprima dedicata alla presentazione del progetto promosso dall’Associazione DIESIS, nella primavera dello scorso anno, ha aperto a Milano “AUTelier”, fashion outlet gestito da persone nello spettro autistico, 200 metri quadri di cui la metà destinati alla vendita e l’altra metà ad attività culturali e laboratori. Non un posto chiuso, un “parcheggio” dove possano lavorare persone che altrove non trovano collocazione, ma un punto vendita per sperimentarsi nella realtà lavorativa, diventando sempre più autonomi, e anche con l’ambizione di diventare un polo di attrazione per la città
Un negozio di abbigliamento che parla il linguaggio dell’inclusione. È AUTelier, il primo fashion outlet gestito da persone nello spettro autistico, store inaugurato alla fine del 2023, in Via dei Valtorta, 30 a Milano, 200 metri quadri nel cuore del quartiere NoLo, di cui la metà destinati alla vendita e l’altra metà dedicata ad attività culturali e laboratori [si legga già sulle nostre pagine il contributo dedicato all’anteprima del progetto, avvenuta nella primavera dello scorso anno, N.d.R.].
Il progetto ha preso vita all’interno dell’Associazione DIESIS (acronimo che sta per Domani Insieme E Sempre Integrati Socialmente), realtà che dal 2010 valorizza le potenzialità di adolescenti e giovani adulti con autismo, ed è scaturita dall’ascolto dei desideri dei ragazzi e delle ragazze che vogliono trovare il loro posto nel mondo, un posto attivo dove poter esprimere preferenze e competenze. È anche la speranza dei loro genitori, che si scontra con un mercato che offre pochissime opportunità occupazionali alle persone che vivono una condizione di neurodivergenza. Per questo motivo l’Associazione ha raccolto forze e idee, creando da zero un’iniziativa ambiziosa che nasce proprio dall’esigenza delle famiglie di avere la certezza di un lavoro sicuro per i loro figli e che possano raggiungere un’autonomia sia lavorativa che personale.
«I dubbi e le speranze sono quelli di tutti i genitori: cosa succederà dopo di noi? Chi si prenderà cura dei nostri figli? Ce la faranno a mantenere un lavoro stabile?», spiega Paola Tecchiati, coordinatrice del progetto AUTelier.
Varcata la soglia del negozio ci si trova in un luogo che trasmette armonia e tranquillità: «Il nostro architetto Christophe Angst, insieme all’Università di Trieste, che conduce da tempo una ricerca sugli spazi abitativi per le persone nello spettro autistico, ha studiato gli ambienti, i colori, le luci e i materiali adatti che possano far sentire i nostri ragazzi in un luogo protetto e accogliente», racconta Tecchiati, descrivendo questo punto vendita innovativo dove i giovani possono vivere un’esperienza stimolante di crescita professionale.
Una decina di persone dai 25 ai 43 anni è occupata nel negozio, sono tre donne e il restante uomini, «che si turneranno in gruppi di due al mattino e due al pomeriggio, per permettere loro di concentrarsi e sentirsi a loro agio e non sovraccaricarli di troppi stimoli».
Massimo rispetto per le caratteristiche individuali, quelle legate alle sindromi dello spettro autistico, ma anche le aspirazioni dei singoli sono tenute in grande considerazione: «Ognuno di loro ha scelto una mansione diversa, proprio in funzione del fatto che devono sentirsi bene nel loro ruolo. Le attività in un punto vendita sono molteplici: carico e scarico merce, magazzino, prezzare e apporre i cartellini ai capi, mantenere in ordine gli espositori, creare outfit per le vendite eccetera», continua la coordinatrice. «Le persone sono sempre affiancate da un educatore professionista, che li segue per tutto il tempo in cui lavorano, e da una store manager con una lunga esperienza nel retail che coordina le attività».
«L’avvio del negozio – prosegue Tecchiati – ha visto una fase preparatoria curata nei dettagli, a partire dalla formazione dei futuri commessi attraverso un corso professionale. Con la nostra referente scientifica, dottoressa Cristina Panisi, abbiamo organizzato alcuni incontri “teorici” per preparare le persone alle mansioni che avrebbero svolto. Abbiamo optato per una formazione sul campo, più utile per fare in modo che acquisissero le competenze a loro più adatte e nelle quali si ritrovavano. Naturalmente prevediamo di assumere coloro che vorranno proseguire questa esperienza».
L’iniziativa ha trovato favorevole accoglienza da importanti brand di moda: Gruppo Miroglio, Neirami, L. Pucci, Juil hanno infatti donato i capi in vendita, mentre la Fondazione Cattolica, la Fondazione Vismara e la Chiesa Valdese hanno dato un fondamentale contributo per la realizzazione del progetto. E poi ci sono importanti professionisti che hanno affiancato DIESIS. Oltre al già citato architetto Angst, vanno ricordati l’art director Paolo Prossen e il fotografo Egon Reboldi.
AUTelier non pone l’accento su ciò che manca, ma su ciò che la persona è e può diventare: «I nostri ragazzi vogliono trovare un posto nel mondo del lavoro, e noi stiamo provando ad offrire loro la possibilità di essere felici e di avere un lavoro gratificante che li renda autonomi sia economicamente dalle famiglie sia nella società in generale, come tutti. Uno dei nostri obiettivi è quello che si alzino la mattina e non vedano l’ora di recarsi al lavoro!», afferma la coordinatrice, che spiega come il negozio sia solo l’ultimo tassello di un percorso che DIESIS ha intrapreso da oltre un decennio per promuovere l’inclusione lavorativa delle persone con autismo nelle aziende. Un percorso di successo ma costituito anche da ostacoli di carattere culturale: «Ad oggi abbiamo circa una ventina di persone che hanno un reale impiego, sia a tempo determinato che indeterminato. Purtroppo, non tutte le aziende sono così lungimiranti a intuire che queste persone sono delle risorse preziose, proprio per la loro specificità e per le loro competenze. È stato quindi necessario cercare un’alternativa per chi non ha trovato la sua collocazione in altri ambienti. Uno dei nostri ragazzi, che ha fatto qualche tirocinio in aziende, prima di iniziare in AUTelier era molto scettico e disilluso dalle esperienze precedenti, che non si sono concluse con un’occupazione stabile, ma già il primo giorno ci ha detto “questo è il posto per me, finalmente ho trovato il mio luogo”».
Si badi bene, però, AUTelier è una dimensione ottimale, ma non un posto chiuso, un “parcheggio” dove possano lavorare persone che altrove non trovano collocazione; vuole infatti diventare una base di appoggio per animare la vita cittadina. Un saggio c’è stato in occasione dell’apertura della stagione scaligera, quando il negozio è diventato sede della Prima Diffusa del Don Carlo. «Speriamo – conclude Tecchiati – di poter presto ospitare altre iniziative come questa. La nostra idea è quella di poter aprire lo spazio al territorio e, più avanti, allargarci e raggiungere anche altre zone della città. Sarà uno spazio aperto per presentazioni, attività, workshop; il nostro scopo è anche quello di divulgare la conoscenza dello spettro autistico in tutte le sue sfaccettature, coinvolgendo anche le persone neurotipiche a interagire con le persone autistiche e ad abbattere quella barriera di non conoscenza che ancora esiste rispetto a questa condizione»: è questa, quindi, “l’altra faccia” di AUTelier, un centro di socialità dove si fa anche cultura inclusiva.
Un germoglio di ciò che sarà si può vedere nell’area libreria già presente nel negozio, uno spazio sempre gestito dalle persone di DIESIS, dove trovano posto case editrici indipendenti (Luni Editrice, NN Editore, Smasher Edizioni).
AUTelier è dunque uno store dove si costruiscono percorsi abilitativi per sperimentarsi nella realtà lavorativa e rendere sempre più tangibili le opportunità di autonomia; al contempo è un polo di attrazione per la città di Milano, dove si possono trovare capi di abbigliamento alla moda e accessori uniti ad un’offerta culturale che promette di soddisfare tutti i gusti.
Di Stefania Delendati