A Milano ha aperto recentemente un outlet solidale gestito da giovani adulti nello spettro autistico. Si può sostenere il progetto contribuendo alla campagna di crowdfunding

L’inclusione nel cuore del negozio

I dati statistici del Ministero della Salute stimano che in Italia ci sia 1 bambino ogni 77 che presenta disturbi dello spettro autistico (DSA): non a caso viene utilizzato il termine “spettro” per indicare l’ampia variabilità che si riscontra nelle tipologie e nella gravità dei sintomi. Alcuni anni fa era stata svolta una ricerca dell’Anffas (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) da cui emergeva che solo un piccolo 10% delle persone con DSA aveva un lavoro: così come c’era, e c’è, ancora poca conoscenza da parte dei datori di lavoro su tale disabilità. Come perciò spesso accade, sono i genitori di ragazzi autistici che si fanno promotori di iniziative che possano offrire ai loro figli un futuro, anche dal punto di vista lavorativo: in un settore spesso difficile per le persone con problematiche neurologiche, AUTelier si presenta come una startup finalizzata a creare utilità sociale e profitto, con la prospettiva di autosostenersi nel tempo.
Lo spiega Angelo Chiodi, presidente di Diesis: “lavoreremo con le imprese della moda, e non solo, per promuovere l’iniziativa e sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’inclusione delle persone autistiche”. Le quali svolgono tutte le mansioni previste da un outlet, lavorando a fianco degli operatori che, con un approccio innovativo, li aiutano a vivere un’esperienza stimolante e di crescita professionale: le attività vengono adattate e orientate alle loro preferenze, competenze e potenzialità.

Il presidente sottolinea inoltre come spesso queste persone siano molto sensibili all’estetica e ai dettagli. “Il mondo della moda e della distribuzione rappresenta un’opportunità di inclusione lavorativa per chi è affetto da autismo”, riprende Chiodi: “operare in questo settore può contribuire alla crescita della loro autostima, sviluppandone l’autonomia”. Il progetto AUTelier si è concretizzato grazie alla collaborazione con diverse aziende e realtà che ne condividono la filosofia di base, ovvero l’opportunità di dare un lavoro dignitoso e soddisfacente per tutti, senza barriere: in particolare, il Gruppo Miroglio e Neirami hanno donato capi di collezioni passate o in over-stock. Fondamentali sono state anche le partnership con la Fondazione Adecco per le Pari Opportunità e il dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università degli Studi di Trieste, che hanno contribuito al design e alle tecnologie del negozio, rendendolo adatto al profilo sensoriale delle persone autistiche. L’outlet di Milano sta dunque dimostrando che è possibile unire moda e inclusione, innovazione e promozione sociale, affinché ogni individuo possa sviluppare al meglio proprio potenziale.

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